Ma tu te lo ricordi?! Il paese era diviso in quattro
cantoni: il Cantun dul Cantun, il Cantun dul Rja, il Cantun dei Tigli e il
Cantun da Sura. Io abitavo in via Matteotti, quindi appartenevo al Cantun dul Cantun
ed il giorno di carnevale c’era sempre il sole, a volte anche il vento, allora
la mamma mi infilava un foglio di carta di giornale sotto il costume di carnevale per
ripararmi dal freddo, ma sia mai di coprirlo con la giacca, avevamo
una sfilata da fare!
Ogni cantone doveva scegliersi un tema e costruirci un
carro, confezionare i vestiti per tutti i partecipanti ed inventare e
realizzare una recita comica con tanto di balletti, da mettere in scena al
teatro dell’Auditorium.
La sfilata era ricca, ricchissima: noi bambini dovevamo
rimanere ai nostri posti affinchè il pubblico godesse, al nostro passaggio,
degli splendidi abiti a tema e noi avevamo le mani e le tasche piene di
coriandoli da lanciare e quando finivano ce ne davano ancora, perché non
dovevamo smettere di colorare la sfilata. Dai carri arrivava la musica e se il
ritmo del passo di interrompeva dovevamo ballare!
Poi si andava a teatro, dove ogni gruppo aveva in precedenza
montato la propria scenografia, che veniva calata dall’alto con le carrucole, e
si attendeva il turno del proprio gruppo guardando le scenette degli altri
cantoni, che dovevano durare al massimo venti minuti ciascuna, finchè toccava a
noi.
Gli adulti facevano la parte recitata: di prassi c’era il Nello vestito da
donna, mio papà, il Billy, la Gilda, l’Osvaldo, l'Adriano…chi altro c’era? Io ero piccola
ed ero in fila dietro le quinte con i bambini della mia età, prontissimi per
esibirci nel balletto provato all’infinito ma che lì sul palco, di fronte al
teatro gremito (alla faccia delle norme di sicurezza), pareva finire così in
fretta. C’era poi il balletto dei più grandi e/o dei più piccoli ad
inframmezzare la scenetta e poi il gran finale.
Il giorno di carnevale era davvero bello, ma molto, molto
più bella era la preparazione! Da gennaio ci si trovava due o tre sere alla
settimana per imparare la coreografia,
le posizioni, provare gli abiti e le gags comiche, a casa di chi aveva molto
spazio, perché si era in tantissimi.
E dopo, passato il giorno di carnevale, vuoi non festeggiare
la buona riuscita e magari la vittoria?! E allora, nel seminterrato del Nello
file e file di tavoli e panche, stretti stretti per quanti eravamo, a mangiare
tutti insieme, giocare e passare un’altra magnifica serata.
C’è chi, come noi, è cresciuto così, godendosi il proprio
paesello, mettendo impegno per creare sano divertimento con i propri
compaesani, ottenendo grandi soddisfazioni e ricordi speciali.
Era davvero così! Il carnevale durava un paio di mesi ed era un' occasione unica per divertirsi. Anch'io sono del Cantun dul Cantun. Ti ricordi quando abbiamo fatto il carro a forma di balena? Tutti dal Gigi Tutti a fare la carta pesta...
RispondiEliminaP.s. ho ancora il costume da asino. :-)